
Il tema centrale è la correzione degli errori nella trasmissione e memorizzazione dei dati, spiegando concetti come la ripetizione e il bit di parità, per poi approfondire i codici di Hamming che permettono di identificare e correggere errori. Vengono forniti esempi pratici come i QR code, le RAM ECC, e le sonde spaziali per illustrare l’applicazione di queste tecniche. Inoltre, il conduttore affronta un caso riguardante una multa comminata a Poste Italiane per l’eccessiva intrusività della sua app, criticando il fatto che il costo ricada sui contribuenti.
- Multa a Poste
- Puntata 364 – RAM ECC
- Puntata 76 – QRcode
Per leggere lo script fai click su questo testo
Avete mai giocato al telefono senza fili? Vi è mai successo che la frase di partenza arrivasse a destinazione perfettamente uguale a come è partita?
Credo proprio di no.
Adesso immaginate di trasmettere dei dati, che sia su fibra, su rame o nell’etere.
Cosa potrebbe succedere se quello che arriva è diverso da quello che parte?
Qui serve un sistema che gestisca gli errori e, per quanto possibile, provi a correggerli.
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Per sapere come far parte di questo elenco vi rimando al capitolo un po’ più in là nella puntata.
Non sembra, ma la puntata del compleanno è vicina, la casella di posta per le domande è ancora attiva e non è il caso di essere timidi, potete mandarle anche durante tutta l’estate, i dettagli più in là nella puntata!
Prima di iniziare, vi ricordo che potete contattarmi in mille modi, se preferite i social, su Bluesky sono francesco.iltucci.com, su Mastodon sono cesco_78 sull’istanza mastodon.social o pilloledibit sull’istanza hackyderm.io. Non ho altri social.
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Vi è mai capitato di guardare una TV digitale terrestre e per un attimo l’immagine si sgrana a quadretti? O di scaricare un file e scoprire che è corrotto e non si apre? O ancora, vi siete mai chiesti come faccia un QR Code tutto rovinato e graffiato a funzionare lo stesso?
Ecco, dietro a queste piccole magie quotidiane non c’è fortuna, ma una branca geniale dell’informatica che si chiama correzione degli errori. Oggi vediamo insieme, in modo facile, come cerco sempre di fare in questo podcast, come funziona.
Immaginate di dover comunicare un’informazione importantissima a un vostro amico che si trova dall’altra parte di una piazza affollata. L’informazione è un semplice “SÌ” o “NO”. Voi urlate “SÌ!”, ma tra il rumore, la gente che parla, un’ambulanza che passa, al vostro amico potrebbe arrivare “SCÍ”, “LÌ” o un suono incomprensibile.
Ecco, la trasmissione dei dati è molto simile. Che sia un segnale Wi-Fi, un’onda radio che viaggia dallo spazio o un laser che legge un Blu-ray, il mondo è pieno di “rumore” e interferenze. Un piccolo disturbo può trasformare uno “0” in un “1” o viceversa. E se quel bit faceva parte del vostro video delle vacanze o del bonifico che stavate facendo, potete intuire che il problema è serio.
Come risolviamo? La prima idea, la più semplice ma efficace, è quella che usiamo anche noi quando non ci capiamo: la ripetizione.
Torniamo nella piazza. Invece di urlare “SÌ” una volta sola, lo urlate tre volte: “SÌ! SÌ! SÌ!”.
Il vostro amico dall’altra parte sente: “SÌ! SCÍ! SÌ!”. Anche se un messaggio è arrivato storpiato, per maggioranza vince il “SÌ”. Il vostro amico è ragionevolmente sicuro che la risposta fosse quella.
Questo è il codice a ripetizione. Invece di mandare un bit, tipo 1, ne mandiamo tre: 111. Se il ricevitore riceve 101, vede che ci sono due 1 e un 0, quindi dice: “Ok, molto probabilmente il messaggio originale era 1”.
Semplice, no? Funziona, ma è molto inefficiente. Per mandare un messaggio, dobbiamo triplicare i dati! È come se per spedire una lettera di una pagina, ne mandassimo tre identiche in tre buste diverse. Si può fare di meglio, visto che inviare i dati, anche se non ce ne accorgiamo, ha un costo. Pensate di dover scaricare un videogioco da 80GB, il download schizzerebbe a 240GB, di questi solo 80 sarebbero i dati utili. Un overhead davvero esagerato.
E se invece di ripetere tutto, aggiungessimo solo un piccolo indizio?
Facciamo un gioco. Io vi do una sequenza di sette bit, per esempio: 10 11 001. Ora, contiamo quanti “1” ci sono. In questo caso sono quattro. Quattro è un numero pari.
Allora, io aggiungo un ottavo bit, un “bit di parità”, e lo imposto a 0 se il numero di “1” è pari, e a 1 se è dispari.
La sequenza che vi mando sarà 10 11 00 10.
Voi la ricevete e fate lo stesso controllo: contate gli “1” nei primi sette bit e controllate l’ottavo. Se qualcosa non torna, sapete che c’è stato un errore! Per esempio, se ricevete 10100010, contate gli “1” e scoprite che sono tre (dispari), ma il bit di parità è 0 (che indica pari). BINGO! Errore rilevato!
Questo sistema è già più furbo, ma ha un limite: vi dice CHE c’è un errore, ma non DOV’È. È come se la spia dell’auto vi dicesse “guasto al motore”, senza specificare quale pezzo non va.
Più o meno come fa la mia Tipo quando dice “controllare motore” su un display grafico che potrebbe persino farmi il disegno con la freccia per indicarmi esattamente dove sta il problema, ma sto divagando.
Ed è qui che arriva il genio, con i codici di Hamming. Senza entrare nei dettagli matematici che ci farebbero addormentare tutti e senza una lavagna sono complessi da spiegare, l’idea è questa: invece di usare un solo bit di parità per controllare tutta la sequenza, usiamo più bit di parità, e ognuno controlla un gruppetto diverso di bit del messaggio originale, con i gruppi che si sovrappongono in modo intelligente.
Immaginate di avere 3 investigatori (i nostri bit di parità).
Il primo investigatore controlla i bit in posizione 1, 3, 5, 7.
Il secondo controlla i bit 2, 3, 6, 7.
Il terzo controlla i bit 1, 4, 5, 6.
Se avete notato i bit sono controllati più volte.
Se arriva un messaggio e un bit è sbagliato, per esempio il bit in posizione 3, sia il primo che il secondo investigatore alzeranno la mano dicendo “Ehi, nel mio gruppo qualcosa non torna!”. Il terzo, invece, starà zitto.
Incrociando le informazioni (“l’errore è nel gruppo del primo E nel gruppo del secondo, ma NON in quello del terzo”), il sistema può individuare con esattezza qual è il bit corrotto. E se sa qual è, correggerlo è un attimo: basta invertirlo! Se era 0 diventa 1, e viceversa. Problema risolto!
Questa non è fantascienza, la usiamo continuamente!
RAM ECC: I computer più seri, come i server, usano una RAM speciale chiamata “ECC” (Error Correcting Code) che integra proprio questi sistemi per evitare che un errore casuale di memoria mandi in crash il sistema o corrompa i dati. Delle RAM ECC abbiamo parlato nella puntata 364
QR Code: Avete presente? Quella scacchiera di pixel bianchi e neri. Una parte del codice contiene i dati veri e propri (tipo l’indirizzo di un sito), ma una grossa parte contiene informazioni per la correzione dell’errore. Ecco perché potete scarabocchiarci sopra o anche bucarlo, e continuerà a funzionare! Il lettore ricostruisce le parti mancanti o errate. Abbiamo parlato del QR code nella lontanissima puntata 76
Sonde Spaziali: Quando la sonda Voyager manda dati da miliardi di chilometri di distanza, il segnale è debolissimo e pieno di disturbi. Senza una robustissima correzione d’errore, le foto di Giove e Saturno ci sarebbero arrivate come un rumore senza senso.
CD, DVD, Blu-ray: Anche loro hanno dati ridondanti per poter “sopravvivere” ai graffi.
La prossima volta che vedrete un’immagine digitale perfetta o userete un QR Code, pensate a questo piccolo esercito di bit investigatori che lavorano nell’ombra per assicurarsi che i nostri 1 restino 1 e i nostri 0 restino 0. È una delle tante, invisibili meraviglie della tecnologia che rendono il nostro mondo digitale affidabile.
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Provateli, non tornerete più indietro.
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A novembre 2025 Pillole di Bit compie 10 anni.
La puntata del compleanno sarà una puntata speciale e la mia intenzione è prepararla insieme a voi.
Sarà una puntata del tipo Ask Me Anything, per gli amici AMA, potete chiedermi tutto quello che volete e io risponderò in puntata. Come si fa?
Fino al 13 ottobre 2025 potete mandarmi una mail a [email protected] con la vostra domanda.
La casella di posta sarà in evidenza nelle note degli episodi.
Accetto solo domande che arrivano a quella casella di posta in forma scritta, firmate con nome e cognome.
Alle prime 10 domande che arrivano e che contengono anche un indirizzo postale spedisco un piccolo regalo di ringraziamento.
Nella puntata del 17 novembre risponderò a quante più domande possibili.
Attendo tutte le vostre domande!
Grazie!
Nella puntata 365 sulla tecnologia da portare in vacanza vi ho ricordato che è necessario portarsi appresso tutti i cavetti con i connettori strani per caricare i dispositivi con i caricatori non standard, come ad esempio tutti gli smartwatch o le smartband, che hanno i connettori magnetici.
Un ascoltatore su Mastodon mi ha aperto un mondo facendomi scoprire che esiste un intero mercato di adattatori da USB-C a ogni tipo di connettore magnetico proprietario. Se li cercate su amazon cercando USB-C miband, per esempio, trovate tutto quello che vi serve.
Così avete solo i cavi USB-C che sono standard e dei piccoli adattatori, che occupano meno spazio ai quali collegate il cavo standard e il vostro dispositivo.
Non li ho mai provati, prima di partire fate un test.
Non so se vi ricordate, qualche tempo fa, per poter usare l’app di Banco Posta e quella di Postepay su Android era necessario accettare condizioni davvero eccessive, l’app doveva avere accesso a tutto il telefono, come se fosse stato un malware qualunque, il tutto in nome della sicurezza dell’utente, io ve la buco questa sicurezza usata a sproposito. Nessuna app di nessuna banca ha mai chiesto una cosa del genere negli anni.
La mancata accettazione di questa inutile ed esagerata richiesta di accessi comprometteva la funzionalità dell’app al punto da bloccarla.
Un po’ come se per poter aprire un conto in banca doveste dare le chiavi di casa vostra a degli ispettori della banca, oltre a tutte le altre dichiarazioni che già fate per legge.
Ovviamente sono insorti tutti e l’Antitrust ha iniziato a indagare. L’app ha funzionato in questo modo per un anno e alla fine, dopo troppo tempo, è arrivata la sanzione. Poste deve pagare 4 milioni di multa.
Vi lascio il link all’articolo di DDay con tutti gli enti coinvolti e le motivazioni. Aggiungo una riflessione.
Per aggiungere un controllo simile nell’app ci saranno stati molti meeting, saranno state coinvolte persone di vari livelli, da quelli più alti fino a chi ha effettivamente sviluppato il codice che andava a scavare nel telefono.
Se la cosa è uscita in produzione avrà avuto più di un’approvazione.
Ho la sensazione che nessuno di loro avrà in detrazione nella busta paga o sul premio una voce del tipo “multa comminata per l’intrusività dell’app”.
I 4 milioni verranno pagati da Poste.
Poste è una SPA, la maggiornaza delle azioni è posseduta dal ministero dell’economia e delle finanze e da Cassa Depositi e Prestiti.
Cassa Depositi e Prestiti è posseduta per oltre l’80% dallo stesso Ministero dell’economia e delle finanze.
Questo vuol dire che sono soldi nostri.
La multa la paghiamo noi.
E tra di noi… o meglio, tra di voi, io me ne tengo lontano, c’è chi ha il conto Banco Posta e la Postepay.
Hanno multato indirettamente le persone che sono state colpite da questa cosa e chi l’ha effettivamente pensata e applicata, come sempre, non avrà ripercussioni economiche, almeno fino a che non leggo il contrario.
Ci sono molte altre banche e sistemi che fanno fintech meglio di Banco Posta e Postepay, ve lo assicuro.
Questa puntata di Pillole di Bit è giunta al termine, vi ricordo che se ne può discutere nel gruppo Slack e che tutti i link e i riferimenti li trovate sull’app di ascolto podcast o sul sito, non serve prendere appunti.
Io sono Francesco e vi auguro buone vacanze. Visto che ogni anno, ad agosto, gli ascolti crollano in modo più che considerevole, ho deciso che mi prendo anche io una pausa.
Le puntate riprenderanno il primo settembre con una serie interessante, almeno spero, di 5 puntate monotematiche.
La puntata del podcast, alla ripresa, se siete iscritti al feed o con una qualunque app di ascolto vi arriva automagicamente.
Se volete partecipare alla realizzazione della puntata speciale di Pillole di Bit Stories, andate su pilloledib.it/sostienimi e fate la vostra parte, se a fine mese il cerchio delle donazioni si riempie, realizzerò la puntata speciale.
Grazie per avermi ascoltato e, se vi va, pensate alle domande da proporre per la puntata del decimo compleanno!
Ciao!
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