#329 – Sintetizzatore

Pillole di Bit
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#329 - Sintetizzatore
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Gli strumenti musicali generano la musica a partire da un’oscillazione fisica, i sintetizzatori hanno un oscillatore elettronico parametrizzabile. SI parla sempre di Musica, ma il risultato è completamente diverso

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Nelle puntate passate, più di una, ho parlato di musica, sotto vari aspetti, spesso relativi alla registrazione, alla trasmissione e alla riproduzione del suono.
Non ho mai affrontato l’argomento principale della musica, senza il quale non ci sarebbe nulla da registrare, trasmettere o riprodurre. La sua generazione.
C’è molto analogico, ma vi assicuro che il digitale, anche qui, è entrato in modo prorompente.
Se ascoltate questo podcast a velocità aumentata, troverete alcuni brevi spezzoni musicali che sarebbe meglio ascoltare a 1x, per comprendere meglio il tutto.

Io sono Francesco Tucci, mi occupo di tecnologia da prima del millennium bug, dell’euro e del grande blackout del 2003, sono sopravvissuto e sono qui per raccontarvelo, in puntate brevi e facili, alla portata di tutti, con questo podcast, Pillole di bit, da novembre del 2015.

Prima dell’avvento della tecnologia c’era un solo modo per generare la musica: avere uno strumento musicale.
Per questo motivo nei secoli passati sono stati inventati molti strumenti musicali per generare suoni completamente diversi tra di loro.
Immaginate un’orchestra.
È composta da fiati, archi, percussioni e per ogni tipo, ci sono poi degli strumenti diversi tra di loro, tra i fiati ci sono gli ottoni e i legni, tra gli archi ci sono dai violini ai contrabbassi, le percussioni sono a pelle o metalliche.
Ci sono strumenti a corda pizzicati come ad esempio l’arpa e così via.
Ogni strumento genera suoni diversi con estensioni musicali diverse.
Tutti hanno in comune una sola cosa.
Tramite una vibrazione e, spesso, con una cassa di risonanza di dimensione diversa, immettono nell’aria una forma d’onda composta da un insieme di frequenze tra 0 e 25 kHz circa, quello che l’orecchio umano può sentire, e lo diffondono intorno.
L’abilità di chi costruisce lo strumento prima, di chi lo accorda, di chi lo suona, basandosi sull’abilità di chi ha scritto la musica per tutti insieme, fa sì che all’orecchio delle persone arrivi una melodia piacevole da ascoltare.

Tutto questo funziona, quasi per magia, in completa assenza di energia elettrica.
Era l’apprendista stregone, di Paud Dukas, presente in Fantasia, film di animazione della Disney del 1940
Per noi che viviamo in un mondo che funziona solo ad energia elettrica, se mettiamo un’orchestra, di giorno, in un posto con una buona acustica, la possiamo vedere e sentire senza bisogno di microfoni e impianto di amplificazione.
Basta la diffusione delle onde sonore nell’aria.
A un certo punto è arrivata l’elettricità e la disponibilità di alcuni componenti elettronici, molto di base.
Il primo di questi è stato l’oscillatore.
Se con un componente posso generare dal nulla una forma d’onda della frequenza che voglio io, per poi amplificarla e diffonderla, ecco che ho generato uno strumento elettronico che genera un suono.
Se ho una serie di oscillatori a frequenze ben definite, li abbino a dei tasti su una tastiera, del tutto simile alla tastiera di un pianoforte, quando li premo, al posto di avere un martelletto che colpisce una corda di una lunghezza predefinita che vibra ed emette un suono, avrò un’onda generata da un circuito elettronico, che emetterà un suono.
Definisco la forma dell’onda, faccio in modo che sui tasti della tastiera rispetti la distanza tra le note ed ecco il mio strumento.
Parto da una sinusoide pura e avrò un fischio alla frequenza di ogni nota.
A questo punto non ho che da divertirmi, con più o meno complessità posso andare a modificare quella forma d’onda nella sua costruzione, trasformandola in onda quadra, triangolare, aggiungo frequenze diverse, modifico l’attacco e il rilascio quando premo il tasto e altre decine e decine di parametri.
Ecco nato il sintetizzatore.
Ho una tastiera tipo il pianoforte, ma genero della musica che nessuno strumento fisico potrà mai farmi ascoltare, solo andando a regolare, nel giusto modo, decine di manopole.
L’attività non è affatto banale e i risultati possono essere sorprendenti. Vi lascio tre esempi famosi, che sicuramente riconoscerete, non par far pirateria, per per conoscenza, capito signori della SIAE?
Il primo

Era Axel F di Harold Faltemeyer, colonna Sonora di Beverly Hills Cop.

Il secondo

Erano i titoli finali di Blade Runner, scritti da Vangelis

Il terzo, forse un po’ meno conosciuto

Era Oxygene parte 4 di Jean-Michelle Jarre

Tutti questi brani sono stati fatti con dei sintetizzatori, senza altri strumenti, passatemi il termine, veri.
Vi lascio nelle note un video di un simpatico pazzo, che ne sa certamente più di me, che va in un negozio di sintetizzatori e, in accordo con il proprietario, suona AxelF su molti dispositivi diversi.
Nel tempo i sintetizzatori si sono evoluti. Da quelli con gli oscillatori e i vari componenti elettronici a bordo che intervenivano fisicamente con le manopole sull’onda generata, a quelli con generazione digitale delle onde o, ancora con la possibilità di caricare in memoria dei preset fatti da altri.
Ed ecco che arriviamo al MIDI.
Questo acronimo sta per Musical Instrument Digital Interface, in italiano interfaccia digitale per strumenti musicali.
Avete dei suoni sotto forma di file che potete caricare su degli strumenti, tipicamente delle tastiere, queste possono essere collegate ad un computer e con questo ci possono parlare, possono trasferire i suoni, possono anche essere comandate o, suonandole, può essere modificato il suono dal programma sul computer.
Il suono campionato può essere non solo un suono ottenuto con un sintonizzatore, ma anche un suono vero, registrato e campionato, da riprodurre sulla tastiera.
Immaginate di poter registrare un violino in un modo perfetto.
Lo campionate per bene per fare in modo di riprodurre tutte le note su una tastiera, magari anche rispettando la modalità di pressione del tasto.
Lo caricate all’interno del sintetizzatore, anche se ormai è uno strumento diverso, ed ecco che potete suonare un violino anche se non ce l’avete.
E soprattutto lo potete suonare a casa in cuffia, cosa che non si può fare con un violino vero.
Ovviamente non vuol dire che sapete suonare un violino, eh?
Spero che vogliate perdonarmi questo rapido excursus musicale, un settore non propriamente mio, ma ho visto un video di Pietro Morello e la cosa mi ha un po’ entusiasmato.
Se non sapete chi è, aspettate il tip

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E non dimenticatevi di parlar bene di Pillole di Bit a chi non lo conosce o a chi non sa dell’esistenza dei podcast.
Se non lo conoscete, dovreste andare a cercare Pietro Morello su Youtube, TIkTok e Instagram.
È un ragazzo giovane, divertente, estremamente positivo e con delle doti musicali fuori dal comune.
In tutto questo sa stare davanti alla telecamera davvero bene e, visto che tutto questo non basta, è un attivista e fa un sacco di volontariato con i bambini e in zone di guerra, è andato in Palestina non molto tempo fa.
Nel suo canale spiega la musica, gli strumenti musicali, riesce a far suonare ogni cosa e non ha peli sulla lingua nei confronti delle persone poco gradevoli.
Guardare i suoi video porta sempre sensazioni positive e belle.
Alcune settimane fa lo hanno pestato in 5 e io non mi spiego come possano 5 persone prendersela con lui, il ragazzo più buono del mondo.
La gente fa schifo, lui no.
Nelle note i link ai suoi profili, andate a darci un’occhio.
Vi lascio un anticipo con l’audio di uno short dove se la prende con quei video che sui social numerano i tasti di un pianoforte e semplificano le musiche famose

Siamo arrivati alla fine di questa puntata di Pillole di bit, vi ricordo che tutti i link relativi alle cose dette sono nelle note, che trovate sulla vostre app o sul sito.
Io sono Francesco, produttore e voce di questo podcast e vi do appuntamento a lunedì prossimo, per la prossima puntata, disponibile su Feed RSS, o su tutte le piattaforme di podcast, vi registrate e la puntata vi arriva automagicamente.

Grazie per avermi ascoltato!

Ciao!

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