#343 – MiniUPS

Pillole di Bit
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#343 - MiniUPS
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Per proteggere dal blackout dispositivi dal basso assorbimento, spesso, non è necessario comprare un UPS che pesa una decine di chili, esistono degli UPS, con batterie più leggere e con alcuni limiti in potenza, che sono molto più versatili.

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La vita civilizzata sulla terra esiste, ormai grazie all’energia elettrica.
Tutto funziona con l’energia elettrica, tutto vive grazie all’energia elettrica.
Senza energia elettrica sarebbe il caos e per questo il problema di questi ultimi anni è il costo dell’energia, l’approvvigionamento dell’energia e tutto quello che ci gira intorno.
Noi, a casa nostra possiamo fare ben poco se non cercare un operatore con prezzi decenti ed essere un po’ pronti nel caso arrivi l’odiato blackout.

Nella puntata 316 ho parlato di UPS, se non ve la ricordate, vi consiglio di andare a riascoltarvela, il tema è affine a questa puntata, anche se oggi si parla di un oggetto leggermente differente.
L’UPS, per come lo conosciamo, prende la 220V in alternata, la pulisce e la manda al dispositivo da alimentare, intanto carica e tiene carica una grande e pesante batteria al piombo.
Quando manca la corrente, un interruttore molto molto veloce, fa sì che la corrente venga prelevata dalla batteria, che è in tensione continua, venga generata un’onda pseudo sinusoidale, che poi alimenta il nostro dispositivo. Il passaggio alla batteria è talmente veloce che il dispositivo non si spegne.
Il problema dell’UPS è che pesa molto e che la conversione della tensione da 12 o 24V in continua a 220V in alternata spreca energia.
In più, spesso, i dispositivi che dobbiamo alimentare hanno un loro alimentatore che prende la 220V in alternata, la abbassa a 12V, per esempio e la raddrizza, di nuovo, dissipando altra energia.
Un altro problema è che spesso abbiamo bisogno di un UPS in posti diversi da dove abbiamo il router o il PC e non possiamo riempire casa di oggetti che pesano 20Kg e hanno delle batterie al piombo.
Esiste una soluzione a questo problema?
Certo che esiste, se no questa puntata non avrebbe il titolo che vedete sui vostri display.
Un altro accumulatore molto comune, di cui abbiamo parlato spesso, che c’è nelle nostre tasche, borse, marsupi, zainetti, è il battery pack, che serve come flebo di energia per i nostri telefoni per farli arrivare a fine giornata.
Parentesi: io baratterei molto volentieri un telefono più spesso per 2 giorni puliti di autonomia. Fine parentesi
Il battery pack lo si carica, quando serve lo si collega al dispositivo da caricare e lui trasferisce l’energia accumulata.
A differenza dall’UPS si carica già in tensione continua, alimenta qualcosa in tensione continua e non ha bisogno di interruttori strani in quanto non ha la funzionalità di emergenza, quelli moderni escono con Power Delivery, di cui abbiamo parlato nella puntata 341, deve solo regolare la tensione di uscita.
La batteria, invece di essere al piombo è agli ioni di litio, per costruzione, quindi molto più leggera a parità di capacità energetica.
Il problema dei battery pack è che sono in genere progettati per non essere usati, uso una parola scorretta, online.
O si caricano, o si usano per caricare altro.
In più, se sono power delivery hanno il fastidioso problema che quando attacco un secondo dispositivo, il primo già collegato viene spento per un secondo, tempo che l’uscita venga ricalibrata.
Insomma, se volevate usare un battery pack per alimentare un raspberry Pi al posto di metterlo dietro a un UPS che è grande 10 o 20 volte tanto, non è una buona idea.
Ma da qualche tempo ci sono dei dispositivi che sono la perfetta via di mezzo tra gli UPS e i battery pack, i mini UPS.
Li alimentate a 220V con un alimentatore esterno, sono grandi come un battery pack e hanno uscite di tipo diverso, solitamente una USB di tipo A a 5V e poi uno o due connettori di quelli tondi, con varie misure e la possibilità di impostare l’uscita solitamente tra 5 e 12V, oppure hanno alcune uscite a tensione fissa, a seconda dei modelli.
Tra l’alimentazione e l’uscita c’è una batteria agli ioni di litio come quella di un battery pack, ma potete usare questo sistema come un UPS. Lo alimentate e tramite lui alimentate il dispositivo che vi serve tenere acceso anche in caso di blackout.
Quando andrà via la corrente la batteria al litio terrà acceso il dispositivo per tutto il tempo possibile fino alla sua completa scarica.
Se la corrente torna prima della scarica totale della batteria, il dispositivo non si spegnerà e la batteria verrà caricata.
Se invece la corrente torna troppo tardi, al suo ritorno il dispositivo verrà riacceso e la batteria sarà ricaricata dallo 0%
Cosa si può alimentare con questi mini UPS?
Tutti quei dispositivi piccoli e parchi di energia che potreste avere per casa per i quali un UPS normale sarebbe eccessivo o impossibile da piazzare.
Il router della connettività, un Access point WiFi, una telecamera di videosorveglianza, un Raspberry Pi dove avete Home assistant e cose di questa portata.
Devono tutti essere dispositivi ai quali potete sostituire il loro alimentatore originale con il mini UPS.
Non potete usarlo invece per alimentare un computer, un monitor, un NAS, per questi serve un UPS di tipo tradizionale.
Ne ho preso uno per alimentare una telecamera che si sarebbe spenta in caso di blackout, perché non è sotto l’UPS che tiene il router e la WiFi, rendendo così inutile il controllo di casa, è su una mensola, pesa poco, si attiva subito e non ha bisogno di nessuna configurazione.
Come ogni cosa a batteria sempre sotto carica ha una durata limitata nel tempo, dopo qualche anno, stimo 2 o 3, andrà cambiato.
Negli UPS si cambia la batteria al piombo interna, questi piccoli si cambiano integralmente, mi raccomando portateli sempre all’ecocentro dicendo che hanno le batterie agli ioni di litio, loro sanno come riciclarli.
Nelle note vi lascio il link di quello che ho io, ma in commercio ce ne sono moltissimi.

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