Il futuro è un abbonamento a qualsiasi cosa, anche ai videogiochi, senza avere una console, basterà avere un pad e una televisione, oltre che una carta di credito, al resto ci pensa un datacenter
- Puntata 162 sul Vectoring
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Ciao a tutti e bentornati all’ascolto di Pillole di Bit, questa è la puntata 168 e io sono, come sempre, Francesco.
Più passa il tempo è più si sente parlare di giochi in streaming, la tecnologia è un po’ più complessa di quello che sembra, noi partiamo dalle basi, come sempre si fa da queste parti.
Se vogliamo vedere un file video che risiede sul nostro computer, magari delle vacanze di qualche anno fa, la cosa che facciamo è andare a cercarlo, fare doppio click, si apre il riproduttore video e lo vediamo sul nostro schermo.
Nel computer succede che il sistema operativo apre il lettore di file multimediali, gli dice “senti, questo è il file da vedere”, il lettore, in base alla codifica del file capisce come decodificarlo, chiede al computer di fare i calcoli per la decodifica e la decompressione e poi ce lo fa vedere. Sta tutto all’interno del PC, noi non ci accorgiamo di nulla.
Si vede bene persino su un computer piccolo come un Raspberry Pi, perché nel suo piccolo chip ci sono le istruzioni ottimizzate per fare in modo molto veloce i calcoli di decompressione dei file video compressi.
Facciamo un passo più in là, Il file risiede sul NAS di casa nostra e lo vogliamo vedere sul televisore, con il protocollo DLNA.
La cosa è simile.
Il televisore ci fa scegliere dove sta il file, che viene messo a disposizione, compresso, sulla rete. Se lo prende tramite la rete, man mano che gli arriva, con il suo chip di decodifica a bordo dello stesso televisore, lo decomprime e ce lo fa vedere sullo schermo.
Qui nasce qualche difficoltà: se la rete non ce la fa a trasmettere il file alla velocità che serve alla TV, vedremo il film che scatta, perché non ce la fa ad avere i dati quando gli servono, per questo è bene avere tra il NAS e la televisione dispositivi e cavi di buona qualità.
Per esempio avevo grossi problemi a casa con il powerline, quei dispositivi che fanno passare la rete sui fili degli impianti elettrici, ho passato un cavo di rete e ho risolto tutti i miei problemi.
Adesso passiamo alle cose più difficili, i servizi di film in streaming.
I film in questo caso non sono più a casa nostra, ma sono su server sparsi chissà dove nella rete Internet.
Quando noi vogliamo vedere un film, l’app va a cercarlo sul server più vicino, lo passa alla TV che lo decomprime e ce lo fa vedere.
In questo caso tutti i sistemi per evitare che un film scatti sono di una complessità pazzesca, ma il problema è sempre lo stesso, dobbiamo cercare di rendere gradevole all’occhio un video la cui fonte è molto lontana e deve passare per parecchi dispositivi e una connettività che non è affatto garanzia di banda sempre disponibile.
I sistemi che fanno streming usano sistemi di buffering, cioè salvano nell’app o comunque nel dispositivo locale, qualche secondo in più rispetto al momento che si sta guardando, in modo tale che se la connessione viene a mancare o degrada c’è il tempo di vedere il pezzetto di video già scaricato e avere il tempo di ristabilire il flusso di dati, ma vi assicuro che ci sono altri mille sistemi che lavorano a favore dei vostri occhi senza che voi neanche ve ne accorgete.
Fin qui però è facile. Il film è un unico flusso video che non cambia mai, come parte così finisce, come ha voluto il regista.
E se parliamo di videogiochi?
La cosa si complica alquanto.
Il flusso video che arriva ai nostri occhi è come un film, ma i singoli frame che vediamo a video sono generati in tempo reale dalla scheda video, frame per frame da 30 a 120 volte al secondo. E ogni frame ha milioni di poligoni, tipicamente triangoli, che devono essere messi nel posto giusto.
Sul PC o sulla console c’è un dispositivo che assolve a questo compito: la scheda video. A lei è assegnato il compito di elaborare ogni singolo frame e mandarlo al video.
Ma non è finita qui, i singoli frame sono elaborati in tempo reale in base a quel che le mani del giocatore fanno sulla periferica di input, che questa sia il pad, il joystick o la tastiera.
Immaginiamo di giocare a uno sparatutto, se io muovo il mirino con il mouse e faccio fuoco, mi aspetto che il movimento del mirino e il fuoco siano in perfetto sincrono con il movimento del mouse e la pressione del tasto del grilletto. Se ci fosse un ritardo, detto lag, in gergo, il gioco sarebbe ingiocabile.
Nel tempo i videogiochi sono diventati sempre più fotorealistici, questo ha aumentato la necessità di calcolo per mantenere i frame per secondo a una velocità decente e ha aumentato la dimensione dei giochi che risiedono sul dispositivo.
Attualmente una console di nuovo generazione costa 500€, una scheda video di fascia alta anche e un gioco è capace di occupare anche 100GB sul disco della console o del PC. Insomma, potrebbe iniziare a diventare un problema la gestione di tutta questa necessità di potenza di calcolo a casa di ogni singola persona.
Come stanno risolvendo i grandi player del mercato dei videogiochi?
Con dei servizi tipo Netflix, ma sui videogiochi.
Roba da fantascienza.
Il concetto di base è semplice: il gioco risiede sui loro server, loro hanno schede video che lo fanno girare in modo eccellente e tu, con un dispositivo che abbia solo un display e un controller puoi giocarci, senza dover spendere centinaia di euro in hardware potentissimo.
Con il vincolo, ovviamente, di essere connesso ad Internet.
Il primo, grandissimo vantaggio è che il gioco non deve essere installato sul PC o sulla console, questo vuol dire che non si devono passare le ore in attesa dell’installazione, download delle patch e cose simili, lui è pronto lì, sempre, da subito.
Apro una parentesi, adesso che siamo vicino a Natale, non smetterò mai di ricordarvelo. Se regalate un gioco a vostro figlio, fate in modo che sia preinstallato sulla console o sul PC quando aprirà il pacchetto, perché se lo deve scaricare e aggiornare il 24 dicembre sera tardi non ci potrà giocare subito e questo è fonte di frustrazione e noi non vogliamo che il Natale sia frustrante.
Continuiamo.
Un altro grosso vantaggio è che i calcoli del 3D li fa tutti il servizio che offre il gioco, quindi non è necessario comprare la scheda video di ultima generazione.
Al dispositivo di casa arriverà solo uno streaming video, esattamente come se fosse un film, per questo, ad esempio, per far funzionare il servizio di Google, basta un Chromecast e non una intera console o una scheda video costosissima, la stessa cosa vale per i consumi elettrici, giocare incide molto meno che sulla bolletta.
Detto così è tutto una cosa bellissima!
Ci sono alcuni ma e alcuni se, ovviamente.
I fornitori di questi sistemi, attualmente sul mercato ci sono Google, Amazon, Sony e Microsoft, hanno dovuto lavorare parecchio sulla latenza dei comandi.
La cosa non è banale.
Se a casa con la console il tempo che passa da che schiaccio il tasto per sparare a quando questo arriva alla console è davvero irrisorio, online c’è un problema di distanza. Io schiaccio il grilletto e il comando deve arrivare ai datacenter dell’erogatore del servizio attraverso Internet, che come sappiamo non garantisce affatto dei tempi di consegna decenti del pacchetto.
Una volta arrivato il comando nel datacenter questo deve elaborarlo, rispondere all’azione richiesta, calcolare i frame necessari e mandarli in streaming al dispositivo sul quale stiamo giocando.
Il problema è questo, se spostiamo tutto in remoto e con i film è facile ed è comodo, perché se il film ci arriva anche con 10 secondo di ritardo nessuno se ne accorge, con i videogiochi l’arrivo del flusso video, comandato in tempo reale dal pad che abbiamo in mano deve essere istantaneo.
I sistemi sono pronti e ce la fanno, si riesce a giocare in questo modo, senza avere bisogno di avere una console.
Sembra pazzesco, quasi magico, ma è davvero così.
C’è ancora un problema, o caratteristica, da affrontare, anzi, due.
Per avere questo servizio, perché di servizio si tratta, si deve pagare un abbonamento, quidni finché paghi hai il servizio, smetti di pagare e il servizio cessa.
Lo sommi all’abbonamento per la musica, quello per la spedizione dei pacchi gratis, quello per i film, quello del telefono, quello di Internet a casa e così via, si arriva a metà stipendio di abbonamenti ogni mese.
L’abbonamento contiene solitamente alcuni giochi, ma non comprende l’hardware di gioco, tipo il pad, che va comprato a parte e sicuramente non comprende i giochi di ultima uscita, che vanno anch’essi comprati a parte.
Qui c’è il secondo problema.
Dopo aver pagato l’abbonamento e dopo aver pagato i miei ulteriori 70€ per comprare il gioco, se smetto di pagare l’abbonamento o il servizio cessa di esistere e di un servizio fornito da Google io non mi stupirei, vista la lunga serie storica?
Ho gettato via i soldi di pad e videogiochi, visto che non potrò mai più usarli.
Insomma, ci sono pro e contro.
E il futuro, volenti o nolenti, ci porterà sempre più verso un mondo fatto di servizi e non di cose che compriamo e diventano nostre per sempre.
E’ un buon punto che ci deve far riflettere.
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Il tip
Vi è mai capitato di leggere qualcosa che riguarda la connettività e di perdervi tra le mille sigle che ci sono intorno a partire dal vectoring, di cui ho parlato nella puntata 162, oppure cosa astruse come BUL, VDSL2, VULA, SLU e così via? Il mondo è complesso, ma quello della connettività pare esserlo molto più degli altri. C’è un posto però dove queste cose sono spiegate molto bene e con un linguaggio alla portata di tutti, è una wiki e si trova sul sito https://fibra.click, ci passate una serata o due, ve lo leggete e poi potrete fare gli esperti con amici e parenti, bello, no?
Il link, come tutti gli altri e tutte le volte, sul sito, nelle note dell’episodio
Bene è proprio tutto, non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento alla prossima puntata,come al solito il lunedì mattina.
Ciao!